.. ci dissero che autori di tale barbarie erano stati i Badesi nella prima occupazione; i soldati delle monarchie, quando vincono, diventano Vandali.
Una biblioteca, assai fornita di libri, dava un'altro passatempo a chi voleva far l'uomo grave: per gli scapati ci era il Caffè di Parigi, dove si beveva e si giocava: lì era il convegno del fior fiore dell'armata: lì vedevi l'elegante ufficiale di stato maggiore, lo svelto Franc tireur, mobilizzato sornione, lo scapigliato volontario, tutti affratellati davanti, a un banco di lansquenet, o in una partita al Carambolo.
Le prime ore della sera noi le passavamo al Restaurant, cianciando tra noi e mangiando e bevendo. Dopo si andava in una bottega di tabaccaio, vicina al nostro palazzo, cioè al palazzo della nostra ospite: bottega dove avevamo rinvenuto una gentile donnina, che ci incantava per il suo spirito e per la sua educazione.
Questa graziosa ragazza che la nostra buona fortuna ci aveva fatto incontrare, era figlia di un colonnello che era stato fatto prigioniero a Sedan; suo zio generale, era pur egli prigioniero e ferito gravemente a una coscia; ora la stava in casa della tabaccaia che l'aveva veduta bambina e che l'amava come una mamma. Parlava di piani di guerra con la medesima facilità che la quale un'altra donna parlerebbe di crochet, d'orli, o di ricami; non aveva alcuna fiducia del Bourbaki, disperava delle sorti di Francia e attendeva un combattimento per poter recar soccorso ai feriti, tra l'imperversare della mitraglia.
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Da Firenze a Digione
Impressioni di un reduce garibaldino
di Ettore Socci
Tipografia sociale Prato 1871
pagine 297 |
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