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      Un tipo curioso, ma piena d'ardimento. Una volta diede in presenza nostra uno schiaffo ad un mobilizzato della Provenza, perché le aveva detto che era amica dei Prussiani; correva tutto il giorno per gli ospedali, spendeva le sue piccole risorse in quelle ghiottonerie che son tanto gradite ai convalescenti e si sdegnava se qualcuno le proponeva di accompagnarla in queste pietose escursioni: presto divenimmo di lei amici.. era tanto carina, che non avremmo meritato scusa veruna a trascurarla.
      Dopo cinque o sei giorni, dacché eravamo arrivati, fummo rallegrati dai concenti più o meno armoniosi di trombe che suonavano marcie Italiane: era la legione Tanara, che veniva per fermarsi qualche giorno in città. I volontari marciavano come vecchi soldati e avevano un piglio guerresco da farteli cari; il primo battaglione era comandato da Ciotti; il secondo dal simpatico Erba; questo aveva una bandiera tutta rossa sulla quale in lettere d'oro stava scritto: Patatrac. I cittadini ogni poco ci fermavano per domandarci che significava quella arcana parola, e noi rispondevamo loro che significava ciò che era tanto bramato da noi, ciò che ora il procuratore del re non mi permette di far sapere ai lettori.
      La maggior parte dei componenti delle legioni appartenevano alle provincie settentrionali d'Italia; tra gli ufficiali erano molti dei compromessi negli affari di Pavia, commilitoni e fratelli d'idea del martire Barsanti. Dietro pochi passi da loro io vidi l'Imbriani... Povero Giorgio!... Come io ti vidi contento, per aver raggiunto finalmente le schiere dei generosi difensori di quel principio che avevi sempre adorato!


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Da Firenze a Digione
Impressioni di un reduce garibaldino
di Ettore Socci
Tipografia sociale Prato
1871 pagine 297

   





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