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      Oh!... Chi ci rende quei momenti felici in cui non si pon mente al domani, in cui, tanto vicini alla morte, si ritrova la calma e l'allegria del fanciullo, in cui lasciata ogni maschera di convenienze sociali, si parla col cuore sulla bocca, e si dà l'ultimo soldo all'amico, persuasi di non fare nemmeno una gentilezza, ma di adempire a un dovere!.. E ancora qui dal tavolino della mia camera, raffazzonando questi appunti, io vi veggo sfilare a me davanti, o simpatici volti dei miei compagni d'arme, e mi par d'esser tornato in mezzo alle vie rallegrate dal vostro chiasso e dalle vostre canzoni: molti di voi non sono più, ma se soltanto chi lascia eredità d'affetto ha gioia dall'urna, voi vivrete eternamente nella memoria del popolo, come vi giuro, che eternamente vivrete nella mia.
      All'oscuro, come eravamo, sui movimenti del nemico, tutti noi eravamo convinti che Garibaldi avesse intenzione di tentare un gran colpo. È pur la brutta cosa esser soldato!... Non saper mai nulla su quello che hanno intenzione di fare i superiori ed avere in capo una curiosità, come avevo io!
      La nostra perplessità non poteva durare molto a lungo: la domenica, 15 gennaio, una guida che doveva portare un dispaccio al Maggiore Farlatti, tornò quasi subito, annunciandoci che a poco più di tre chilometri dalla città vi erano i Prussiani. In questa stessa domenica, passeggiando lungo il viale del Parco, bellissima passeggiata con un getto d'acqua assai da ammirarsi, mi sentii toccar leggermente sulle spalle.


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Da Firenze a Digione
Impressioni di un reduce garibaldino
di Ettore Socci
Tipografia sociale Prato
1871 pagine 297

   





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