Pagina (162/297)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      In oggi chi troverà il sistema di distruggere reggimenti intieri in un colpo avrà lauri, corone, commende ed archi trionfali... i medici condotti, questi poveri figli della scienza che sfidano l'inclemenza delle stagioni, i disagi delle montagne, stentano la vita e maledicano la fecondità delle loro compagne di sventura e di triboli... oh, è pur giusta la giustizia dei re, ma qualche volta può anche sbagliare i suoi calcoli!
      Il progresso infrange l'edifizio granitico inalzato dall'oscurantismo e sorretto dalla violenza: il progresso debella ogni ostacolo, apparisca pur formidabile. Quando si fora il Moncenisio e si taglia l'istmo di Suez, potrà l'umanità soffermarsi difaccia alla barriera di un privilegio, più d'ogni altro schifoso, perché tenuto su da baionette tuttora rosseggianti di sangue? Che si coronino adunque d'elleboro, che danzino, come pazzi, sull'orlo della voragine, che si inebrino ai baci comprati delle loro Odalische, che votino allegramente quei calici dove il rosso licore dovrebbe rammentar loro il sangue di popolo, da loro indegnamente versato... il Dies irae ha da giunger per tutti, la scienza ha già segnato nell'aule dei re il Mane, Tekel, Fares, ed incapaci di rinvenire nell'estremo momento il coraggio di Sardanapalo, noi li vedremo ricchi accattoni girellare nel mondo, sfuggiti da tutti come belve feroci, impotenti e rabbiosi!..
      Brillava ancora qua e là per il cielo qualche stella, che man mano sbiancandosi andava a svanire nell'infinito come un generoso proposito di una anima debole, e noi eravamo al quartier generale.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Da Firenze a Digione
Impressioni di un reduce garibaldino
di Ettore Socci
Tipografia sociale Prato
1871 pagine 297

   





Moncenisio Suez Odalische Dies Mane Tekel Fares Sardanapalo