- Domandammo al Ricci.
- Andiamo laggiù...
E tutti scendemmo la strada e per far più presto entrammo nei campi: lì cominciò la bella sinfonia delle palle... Addio Italia, pensammo tra noi, addio occupazioni della nostra vita scapata... un grido ci tolse alle reflessioni... il povero Gaido, colpito in mezzo del cuore, cadeva a pochi passi da noi.
Si procede... riscontriamo un ferito che vien trasportato a braccia alla vicina ambulanza... Ciao ragazzi, ci dice, viva la Repubblica e noi si procede ancora e vediamo il prode capitano Vichard, capo di stato maggiore del Bossak, dilaniato da cinque ferite.
- Portalo all'ambulanza - Mi grida il tenente.
- Ma...
- Poi ci raggiungerai... tu sai dove siamo!
E io e il Bocconi, preso a braccetto il Vichard, rifacemmo quella via sempre in mezzo all'imperversar delle palle, almanaccammo una buona mezz'ora per trovare questa benedetta ambulanza, e quando ci fummo arrivati, fummo dolorosamente sorpresi nell'osservare, che punto più esposto di quello alle palle era impossibile il ritrovare; lì ci era addirittura una grandine e molti feriti, credo, vi ricevessero il colpo di grazia.
Dopo poco raggiungemmo i compagni....
Ed ora spingiamoci sotto Talant, dove aveva da essere la sublime ecatombe, dove Garibaldi in persona, a cavallo, in prima linea capitanava il combattimento. Nei campi sulla destra del paese avevano preso posizione, e si accingevano a rintuzzare l'assalto dei Prussiani, la Compagnia Genovese (capitano Razzeto) i Cacciatori Spagnoli, del cui capitano sono rincrescevole di non sapere il nome, e gli Egiziani, comandati da Zauli.
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Da Firenze a Digione
Impressioni di un reduce garibaldino
di Ettore Socci
Tipografia sociale Prato 1871
pagine 297 |
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