Mai la morte ha mietute tante vite magnanime in pochi momenti, come quella sera a Talant. Gli Spagnoli si erano ridotti ad un piccolo nucleo ed avevano perduto i loro ufficiali, lo stesso era degl'Egiziani il cui prode tenente Zauli giaceva ferito; morto il bravo tenente Gniecco dei Genovesi, ed esanimi al suolo giacevano gią Salomoni, Imbriani, Settignani, e Pastoris.
L'ecatombe stava per compiersi: a quelli in prima linea mancavano le munizioni, e l'ostinatezza dei Prussiani raddoppiava: mentre difatti essi avevano sgombrato quasi tutto l'esteso terreno che ci stava dicontro, si agglomeravano in faccia a Talant, a Talant i di cui difensori oramai potevansi calcolare a poche centinaie. Avevano i nostri avversarii occupata una cascina al disotto del paese, e si avanzavano a pelettoni serrati, e tirando su noi con una continuitą straordinaria.
Vien dato al battaglione dei Cacciatori di Marsala l'ordine di avanzarsi e di caricare il nemico. Lo strenuissimo Perla col volto raggiante, con piglio da infonder coraggio ad un morto si pone alla testa. Genovesi, Egiziani, Spagnoli, quelli delle altre legioni, tutti si raggranellano dietro di lui, tutti sono ansiosi di morire da forti o di veder rinculare il nemico. Molti non hanno pił cariche molti sono sfiniti dalla stanchezza, molti non resistono pił in mezzo a quella desolazione e vanno incontro a una palla tanto per finirla una volta con questo mondo codardo; avanti, gridano gli ufficiali, avanti ripetono i pił animosi, avanti grida nel cuore l'amore dell'umanitą e della repubblica, avanti la voce del dovere e tutti, come un sol'uomo, si accingono alla titanica impresa.
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Da Firenze a Digione
Impressioni di un reduce garibaldino
di Ettore Socci
Tipografia sociale Prato 1871
pagine 297 |
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