Aveva appena oltrepassata la porta che un colpo dì cannone ci annunziò che anche per quel giorno ci si era.
I Prussiani, mentre potevano attaccare Digione al Nord Ovest, la dalla Ferme de Poully, pianura senza la minima ombra di fortificazione, commettendo un'errore che non si sa comprendere nei vincitori di Sadowa e di Sedan, si ostinarono a tornare all'attacco di Talant, precisamente come il ventuno. La brigata Menotti avveva a sostenere adunque l'attacco e il degno figlio dell'eroe dei due mondi ebbe tutti gli onori di quella giornata; diverse compagnie di Franchi Tiratori e qualche pezzo d'artiglieria avevano durante la notte rinforzate le file che dipendevano da lui.
Le legioni Italiane rimasero in seconda fila; ma varii se la svignarono alla chetichella dai ranghi, e corsero tra il fischiar delle palle e l'imperversare della mitraglia, presentendo quasi che la vittoria annunziata da Garibaldi doveva avere la più ampia realizzazione.
I colpi dell'artiglierie si succedevano senza tregua: i cittadini non se ne addavano; quel giorno tutti avevan fiducia. Materassi e Polese erano al seguito del generale, io, Mecheri, Bocconi pigliammo a piedi la via e ci incamminammo verso Talant. Al principiar della strada incontraMO il maggior Sartorio che provvedeva a che fossero presto recate a compimento molte barricate che s'inalzavano da operai, requisiti a tale scopo. Era una vera giornata di primavera: il sole era splendido, senza una nuvola il cielo: i due paesetti di Fontain e Talant, con le due vaghe colline, staccavano sul fondo azzurro del cielo e invitavano più a godere di quell'aria purissima, e ad inebriarsi in quell'oceano di luce che ad andare a scannarsi.
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Da Firenze a Digione
Impressioni di un reduce garibaldino
di Ettore Socci
Tipografia sociale Prato 1871
pagine 297 |
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