- Chiamino un medico!... Sentii esclamare una voce.
- Bravo - Gridai io in tuono d'assentimento, ma senza muovermi... e uno in fretta e furia andò per il medico.
L'aria fresca rianimò la bella dolente; Aissa aprì le sue luci; girò lo sguardo per le circostanti campagne e addiventò pensierosa: in quel momento forse le tornarono in mente i molti fatti del lugubre dramma, a cui ella aveva assistito negli ultimi giorni, mi osservò lungamente, un sorriso sfiorò le di lei labbra sbiancate... ella mi aveva riconosciuto.
- Vedete se ho bene adempiuto alla promessa che io vi feci a Marsiglia.
- Ma dove siete stata ferita?
- Qui... - La rispose accennandomi, dove avevo veduto il sangue rappreso.
- Ed è grave?
- Io credo che sia mortale... lo speroRestai annichilito; sperar nella morte in quell'età, con quella bellezza, con quel carattere ardente e leggiero che tanto mi aveva sorpreso fino dal giorno che la conobbi!... Un fremito mi aveva invaso ogni fibra, volevo persuadermi di assistere ad una allucinazione mentale e avrei dato la mia vita, pur di non assistere a questo tristissimo episodio, che doveva avere lo scioglimento in faccia ai miei occhi.
- A che mi guardate così stranamente? - con voce sempre più tremula continuò la moribonda - Oh! lo so cosa pensate tra voi!... Me lo immagino... ma se sapeste, quanto mi sorride il lasciar questa vita, che mi opprime come la camicia di forza del galeotto... - Oh! quante volte ho proposto di farla finita per sempre e sul più bello mi è mancato il coraggio!
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Da Firenze a Digione
Impressioni di un reduce garibaldino
di Ettore Socci
Tipografia sociale Prato 1871
pagine 297 |
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Aissa Marsiglia
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