Uu prete col brevario sotto il braccio si avvicinò, quasi pauroso, alla moribonda: io gli additai la crocellina che essa si era portata alle labbra, egli se ne andò, al soldato che era per morire poco distante da noi, ed intuonò ad alta voce le preci dei moribondi.
Cessa, o prete, dalla stolta cantilena; tu per il primo, dando un'occhiata all'intorno, devi convincerti di quanto le tue preci sono bugiarde! Se fossevi un Dio, potrebbe egli permettere un tanto massacro?... È vero che voi, sacerdoti l'avete chiamato Sabbaot, il Dio degli eserciti e delle battaglie; è vero che a lui in altri tempi avete offerte vittime umane; è vero che nel suo santo nome avete fatto sgozzare dai vostri sicari le donne e i fanciulli a Perugia, i giovani generosi a Mentana, i padri di famiglia nelle mura stesse di Roma; ma è vero puranche che i popoli hanno pieno diritto d'odiarlo e d'abbatterlo, schifati alla idea delle carneficine che voi avete perpetrato nel nome di lui, schifati all'idea del privilegio e della rapina che avete benedetto, e resi sacri sotto la protezione di questa divinità, che, onnipotente, avrebbe creato il male. O prete, se tu fossi convinto, agiresti in altra maniera: cessa adunque dall'ipocrita prece: noi, come te, non crediamo al tuo Dio!
Gli stormi dei corvi raddoppiavano; la nebbia sollevandosi a poco a poco dall'estreme linee di quell'estesa pianura aveva offuscato il sole e i grandi alberi della strada maestra in quell'incerto barlume sembravano giganti che osservassero con fiero cipiglio quella scena d'orrore: dei carrettoni traversavano innanzi a noi, come una triste visione di mente impaurita; questi carrettoni erano colmi di cadaveri e i carrettieri, sferzando i cavalli, fischiettavano le ariette dei villaggi natii; ogni tanto qualche lurida faccia, tale da farti ribrezzo solamente a pensarci, appariva in mezzo ai solchi, nei cespugli, tra le siepi, disopra al ciglione dei fossi, che non pochi erano quelli che giravano per frugare i cadaveri.
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Da Firenze a Digione
Impressioni di un reduce garibaldino
di Ettore Socci
Tipografia sociale Prato 1871
pagine 297 |
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