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      - E chi è il fortunato?..
      - È... Ve lo do a indovinare tra mille...
      - Non saprei... qui non conosco nessuno.
      - È nientemeno che un ufficiale Badese.
      - Un vostro nemico?
      - Io non ho alcun nemico.
      - Ma... che so io... un oppressore.
      - Che ci han che fare quei poveri diavoli!.. Oh! sentiste come la pensa anche lui!... scommetto, che se vi avvicinaste, in pochissimo tempo diventereste amici del cuore. È tanto buono, è così generoso!
      - Sarà.. ma dove l'avete conosciuto?
      - Qui all'epoca dell'occupazione: egli mi chiese in tutte le regole ed io acconsentii.
      Cosa strana, egoistica, tutto quel che volete! Io non sentivo nulla per quella donna, ma provai dispetto ad udir quella confessione, che così ingenuamente venivami fatta: per cui non potei fare a meno di diventar brusco; Luisa se ne avvide e per placarmi si chinò su me e le di lei labbra sfioraron le mie; non l'avesse mai fatto!.. un fuoco di fila di baci, tutt'altro che fraterni, echeggiò sotto il padiglione nuziale che adornava il mio letto. Povero ufficiale Badese, io mi prevaleva un po' troppo dei diritti del vincitore, ma ora ti auguro un brevetto di colonnello, una croce dell'aquila nera, un'eredità di un mezzo milione, purché tu renda felice la mia assidua assistente!
      Era tanto carina, quando partì, imbacuccata nel suo water-proof! Giunta alla porta tornò indietro, si levò di tasca una medaglina, me l'attaccò al collo... io la lasciai fare: era una medaglia della vergine madre... oh! religione!... Eppure non ho mai abbandonato quel microscopico pezzetto d'argento: non fremano i liberi pensatori: io tengo molto alla religione.


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Da Firenze a Digione
Impressioni di un reduce garibaldino
di Ettore Socci
Tipografia sociale Prato
1871 pagine 297

   





Badese Luisa Badese