.. dei gentili ricordi!
Partita lei, tornarono le padroncine e insieme alla vecchia vollero servire il mio desinare da ammalato: le pił squisite galanterie, che l'arte e l'umana ghiottoneria hanno inventato pei convalescenti, mi si portarono davanti; a siffatta gentilezza, a vedere intorno a me le due creaturine che sembravano angeli, mi vennero le lacrime agli occhi. Gli spiriti forti hanno poco da ridere: Campanella, il quale non era certo un debole nč una donnicciola, rifugiatosi a Marsiglia per sfuggire alle persecuzioni ha confessato di aver sostenuto a ciglio asciutto prigionia e tortura e di aver pianto sperimentando l'opera benefica dell'illustre Pereiscius che l'ospitņ: ed io che avevo non un Pereiscius, ma delle donne e molto belline, per ospiti e che ancora non ho provato torture, potevo piangere come il celebre perseguitato dalla Corte di Roma.
Cosa bella e mortal passa e non dura
. La campana dei vespri mi rapģ la genial compagnia: in quella famiglia erano religiosissimi, come in quasi tutte le famiglie delle classi aristocratiche e borghesi di Francia. Mai ho maledetto San Paolino di Nola e la sua sconsacrata invenzione delle campane, come lo feci in quella sera.
E a rincarar la dose del mio malumore, capitarono gli amici. Avevano accompagnato la salma del Ferraris, ma, colla teorica degli antichi Romani, dopo i funerali erano andati alle mense, e ciņ si vedeva chiaramente dalle accese loro fisonomie, dal lor modo di muovere i passi.
Il Piccini entrņ traballando, e parlando un francese che non si capiva nč da Italiani nč da Francesi: ogni poco interrompeva il bisticcio per vociare: le saucisson de Lyon.
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Da Firenze a Digione
Impressioni di un reduce garibaldino
di Ettore Socci
Tipografia sociale Prato 1871
pagine 297 |
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