.. en avant Garibaldiens... Cosa credeva di dire, non giungemmo mai a capirlo nemmeno da lui!... Il Dio Bacco l'aveva inalzato, a dir poco, alla ventesima potenza dell'ebrietà, e quando si mise a sedere attaccò un tal sonno, che per portarlo via ci vollero persino dei pugni.
Giunsi a comprendere in tanto baccano che il funebre trasporto era stato imponentissimo e che Canzio aveva proferito generose e ben degne parole sulla tomba del figlio prediletto della democrazia Torinese.
Dopo aver rimesso un polmone, o poco meno, per mandar via di camera tutti quegli indiavolati mi addormentai saporitamente... Con poche ore di riguardo e di calma il mio male era passato.
CAPITOLO XIX.
Non ascoltando i consigli degli amici, io me ne andai il giorno dipoi, secondo il solito, al quartiere, e secondo il solito, non vi rinvenni alcuno. Facendo necessità virtù, mi misi a girellar per la piazza, molto più deserta dell'ordinario. I volontarii erano stanchi e dopo essersi battuti, come leoni sul campo, avevano anche ragione, se voleano riposarsi: si sapeva che i nostri esploratori erano giunti fino a Messigny senza rintracciare il più piccolo vestigio dell'inimico, e il Garibaldino ha un'avversione pronuziatissima per far l'eroe per chiassata. Tutti coloro che han fegato sono scansafatiche per eccellenza: può sembrare alla prima un'assurdo, ma ho provato che è vero.
Dopo poco rintoppai il nostro tenente Ricci, che aveva domicilio e stanza d'ordini su quella piazza.
- Il generale è contentissimo di voi - Mi disse con la soddisfazione sul volto - Dovreste fare un ordin del giorno?
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Da Firenze a Digione
Impressioni di un reduce garibaldino
di Ettore Socci
Tipografia sociale Prato 1871
pagine 297 |
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