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      Si trattava di armare tutti i soldati, a qualunque corpo appartenessero, colle carabine Remington e in quell'ora appunto si distribuivano quest'armi.
      Questo provvedimento fu commendevolissimo: con tante specie di fucili, così differenti tra loro il provveder le cartucce per tutti, era una cosa assai malagevole: di più, mi pare averlo detto altra volta, le carabine Wincester esigevano una pratica d'armi, una avvedutezza in chi le possedeva, come non si può che raramente trovare in un corpo di giovinetti, la maggior parte dei quali è inesperta al maneggio delle armi; nè minori cure esigevano le Spencer, per cui si trovò nei combattimenti chi dopo tre o quattro colpi si ridusse all'impossibilità di tirare. Il Remington non offre difficoltà alcuna, nè alcun pericolo in chi lo maneggia. Il provvedimento adunque fu magnifico: peccato che fosse preso, quando, pur troppo, non aveva ad esservi alcun bisogno di armi. È una cosa buffa: Mi rammento che anche in Tirolo si cominciò a cambiare gli schioppettoni dei volontarii in buone carabine di precisione, quando era già segnato l'armistizio. Son le solite cose che toccano a quel povero uomo di Garibaldi.
      Al quartier generale mi si notifica che dopo tre giorni è stato rinvenuto il cadavere del prode Bossak, e che gli si apprestano funerali solenni: non funerali preteschi, veli, che di tali sciocchezze all'armata dei Vosgi non se ne facevano di certo, ma invece un'accompagnatura con tutta la pompa che si conviene ad un generale morto in battaglia.


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Da Firenze a Digione
Impressioni di un reduce garibaldino
di Ettore Socci
Tipografia sociale Prato
1871 pagine 297

   





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