Tutte le attribuzioni che Sue nel Martino il Trovatello dà ai maestri campagnoli non sono che vere, come vero purtroppo è il meschino stipendio con cui vengono retribuiti nella grande Nation. Il maestro rimette l'orologio della parrocchia, suona le campane, pulisce il giardino, spazza le scale, fa tutto... tutto quello che troppo repugna al gran ministero dell'insegnamento. È una cosa desolante!... Nei più piccoli borghi è proibita la mendicità, e si fa languir quasi di fame questo pover'uomo che suda, che si affatica per provvedere il pane intellettuale ai poveri Paria della montagna.
Il maestro fu con noi gentilissimo, conosceva il posto a cui noi dovevamo arrivare, e c'insegnò una scorcitoia; questa scorcitoia doveva procurarci degli impicci gravissimi. Avevamo appena passato un viottolo, che una voce imponente, ci grida: Qui vive, e cinque o sei canne di fucili si abbassano in nostra direzione, procurandoci col loro barbaglio una sensazione non troppo piacevole.
- France! - Gridammo io e il tromba, proprio all'unisono.
- Alto... o fò fuoco!
- Per Cristo! - Strilla il tromba - E' son capaci di farlo!.. questi mobili lontani dal fuoco sono capaci di tutto.
- Dove è il capoposto? Cominciai io avvicinandomi.
- Present - Declamò con burbanza un ghiozzo, rinfagottato sotto un involto di panni... un vero sacco di panni sudici legato in mezzo: e dietro a lui altri cinque o sei che non aveano da invidiargli nulla in bellezza ed in eleganza si presentarono a noi con baionetta calata, e con quel piglio da eroe che suole assumere l'uomo che esponendosi a un pericolo è sicuro della vittoria.
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Da Firenze a Digione
Impressioni di un reduce garibaldino
di Ettore Socci
Tipografia sociale Prato 1871
pagine 297 |
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