- O bada... che le do uno scappellotto - Mi diceva il tromba digrignando i denti.
Io non gli rispondeva: se però fossero arrivati al Perelli, che ci aveva mandati lassù, tutti gli accidenti che gli augurai in quella mezz'ora, il povero diavolo chi sa mai quante volte avrebbe fatto il fatale viaggio che gli avevano risparmiato le palle prussiane.
Esaminando però tanto per ammazzare la noia e il malumore quei gruppi di mobilizzati che convenivano in quella stanza, sempre più mi convincevo della decadenza tanto fisica e morale della disgraziata nazione francese. Quella gente rachitica, mingherlina, paurosa non si poteva certamente chiamare la genia dei Cimbri e dei Galli, l'orgia e il deboscio han dato il colpo di grazia all'antica terra di Brenno e dei Druidi, l'orgia e il deboscio hanno ridotto una baracca dei burattini la così detta signora del mondo: qualche bel tipo raramente si trova nei campagnoli, ma la gioventù delle città muove a schifo. Per me la generazione è un diritto pubblico, non un diritto privato, e se ogni giorno si fanno, delle leggi per il miglioramento della razza equina e canina, perché non si hanno da istituire delle leggi che provvedano al miglioramento della razza umana? L'uomo è il re della natura, dicevano gli antichi: oh sì, che la dissero grossa... tra un leone ed un gobbo non può esser dubbio su chi ha aspetto più sovrano!
E il tempo passava e non il più piccolo indìzio che avesse a cessare la nostra prigionia.
- Si può mangiare? Domandai ad uno.
Questi alzò disdegnosamente le spalle e se ne andò - O guardiamo, se questi pezzi d'ira di Dio finiscono col farci far la morte del conte Ugolino?
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Da Firenze a Digione
Impressioni di un reduce garibaldino
di Ettore Socci
Tipografia sociale Prato 1871
pagine 297 |
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