.. son storie vecchie quanto Noè, ne convengo, ma son vere come è vera la luce del sole... oh! benedetta l'aristocrazia dell'oro, del prezioso metallo che solamente qualche scalzacane ha potuto qualificare per vile: oh, benedetto il trionfo della classe borghese, di quella classe che ha per patria le mura del proprio negozio, o del palazzo carpito a forza di scrocchi e d'usure a un rampollo di magnanimi lombi, che si è giocato a bambara gli averi e la reputazione dei vetusti parenti!
I nobili dei tempi andati avevano, se non altro, delle tradizioni alle quali si mostravano ligissimi; spinti da queste (inutile sarebbe il negarlo) hanno regalato al mondo degli eroici tratti, che giocoforza è ammirare; noblesse oblige: tale era la loro divisa, e si facevano uccidere per quel re, a cui avevano giurato devozione illimitata; per un sorriso, per un'occhiata, per una sciarpa della bella dei loro pensieri col sorriso sul volto andavano incontro, al pauroso fantasma degli spiriti deboli, alla morte: loro cantava il trovatore nella mesta ballata, o nell'ispirato inno di guerra: loro salutavano come protettori gli artisti.... erano nel falso, dovevano cadere, chè la legge del progresso non ammette ostacolo alcuno, sia pure attraente; ma era un falso splendido, era un falso del quale, nostro malgrado, non potevamo non ammirare in qualche parte la cavalleria; esso ci rammentava la Tavola Rotonda, le crociate, le battaglie di Luigi XIV; e quando quest'aristrocrazia si vide impotente ad impedire la marcia del progresso ella cadde eroicamente, cospergendo di sangue glorioso i campi della Vendea: questo sangue segnó la morte del nobilume: in oggi i rampolli degli antenati magnanimi o funghiscono nella loro castella, o fanno da comparse nel Club.
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Da Firenze a Digione
Impressioni di un reduce garibaldino
di Ettore Socci
Tipografia sociale Prato 1871
pagine 297 |
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Tavola Rotonda Luigi XIV Vendea Club
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