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      Quando il vecchio passa in rassegna i soldati, si pensava tra noi, ci è sempre per aria qualche cosa di grosso
      . Per tranquillizzare gli amici e i parenti si scrivevano lettere nelle quali si magnificava il bel cielo che ci faceva credere di essere in primavera (come han sentito i lettori erano giornataccie piovose da metter l'uggia in corpo anche ad un'ombrellaio); si descriveva i nostri adipi che addivenivano d'ora in ora da canonici, si dava ad intendere che si apprestavano feste da ballo. Chi parlava di andare a Parigi, chi di riprendere Metz, chi di schizzare diritti diritti a Berlino...
     
      ... Oh degli eventi umaniAntiveder bugiardo!
     
      Spalancando la porta con una pedata, entra in camera Ghino Polese con un viso da far rizzare i bordoni all'uomo più apatista del mondo.
      - Che è? - Gli si grida tutti a una voce.
      - È... - e qui un moccolo da Livornese puro sangue - È... che si tratta nientemeno...
      - Di assedio della città?
      - Peggio... potremmo morire con le armi alla mano.
      - I Prussiani son entrati?
      - Ma peggio!
      - Ma cosa dunque... per carità!
      - Ci è l'armistizio!...
      Un fulmine che fosse caduto in mezzo a noi poteva produrre il medesimo effetto. Prima un silenzio di morte, poi una salpa d'imprecazioni; tutte allo stesso indirizzo.
      - Ma sei ben sicuro di quello che dici?
      - Me lo ha assicurato un'ufficiale di stato maggiore...
      - È impossibile! Parigi si difenderà fino all'ultima pietra.
      - Parigi ha capitolato!...
      Altro silenzio, poi tutti mossi dallo stesso pensiero giù a rotta di collo per la scala, onde portarci al quartier generale.


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Da Firenze a Digione
Impressioni di un reduce garibaldino
di Ettore Socci
Tipografia sociale Prato
1871 pagine 297

   





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