Gli arfasatti che gli si caccian sempre davanti non gli han fatto sgombrare il Tirolo, quando palmo a palmo lo aveva conquistato, mentre a Lissa e Custoza veniva oltraggiata la bandiera italiana?.. Non fu il prode Generale ferito da piombo italiano a Aspromonte?.. Non fu lasciato dopo la vittoria di Monterotondo, solo a Mentana e si lasciarono scannare i suoi generosi, mentre trentamila uomini di truppa italiana erano sul confine? Non si è sempre cercato di sfruttare i suoi trionfi, facendolo poi passare quasi per un pazzo per un avventuriere? Non si è avuto il coraggio di stampare, che lo si aveva aiutato, mentre si era tentato ogni mezzo per avversarlo o per screditarlo?.. I repubblicani francesi erano presso a poco gli stessi pagliacci dei consorti italiani, ed era da prevedersi quello che era avvenuto, quello che avvenne dipoi. Ma muovan pur guerra le anime vili e i livreati pigmei a quest'uomo che da solo basterebbe a riabilitare la società, tentino pure di schiacciarlo e di avvilirlo, Garibaldi vincerà sempra in nome della libertà, vincerà anche perdendo perché il suo nome oramai rappresenta una idea e le idee non si vìncono.
CAPITOLO XXII.
Passammo il lunedì svogliatamente, senza conclusione alcuna: fino allora il pensiero dell'Italia di rado balenava nella nostra mente, ma dall'ora fatale in cui cominciò a tenzonarci nel capo il dubbio che non avremmo fatto più alcuna cosa, vennero ad assalirci tutte ad un tratto le care affezioni alle quali avevamo dato un'addio, ed un cocente desiderio di rivarcare le Alpi occupò le nostre anime.
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Da Firenze a Digione
Impressioni di un reduce garibaldino
di Ettore Socci
Tipografia sociale Prato 1871
pagine 297 |
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