Tutto ad un tratto, quando meno lo si aspettava, vedemmo formarsi dei capannelli di gente che discorreva con animazione: poi ci giunsero agli orecchi dei colpi d'artiglieria: credevamo sognare: si pagò il conto, si andò in strada e cercammo raccapezzare qualchecosa tra le mille versioni che si davano del fatto inopinato.
- I Prussiani si avanzano...
- O l'armistizio?
- Quei barbari non rispettano niente!
- No... è Menotti che di motuproproprio ha attaccato il fuoco.
- Ed ora espone la città a chi sa quale disastro!
- È impossibile - Urlammo noi - Menotti sa il suo dovere.
- È vero, è vero - Ripetevano allora i popolani e davano del grullo a chi aveva accampato un così sciocco discorso.
- Qui non si saprà nulla - Disse Mecheri - andiamo alla caserma che è a pochi passi.
Era così giusto questo consiglio che non differimmo un'istante a metterlo in pratica.
Alla caserma il foriere aveva fatta caricare tutte le casse e i registri su di un carro a cui era già stata attaccata la rozza più arrembata della nostra scuderia.
- Partiamo? - Si domandò, appena giungemmo.
- Non lo so.
- E allora a cosa servono questi preparativi?
- Questi preparativi?... Gli ho fatti per precauzione... però ho mandato a prendere ordini al quartier generale...
- O il tenente?
- Non l'ho veduto
- E tutti gli altri?
- Nemmeno per sogno!
Frattanto le trombe della compagnia delle mitragliatrici, compagnia che aveva stanza poco distante da noi, suonavano a raccolta e poco dopo i soldati della medesima si muovevano in completa assetto di marcia.
| |
Da Firenze a Digione
Impressioni di un reduce garibaldino
di Ettore Socci
Tipografia sociale Prato 1871
pagine 297 |
|
|
Prussiani Menotti Mecheri
|