Lo spogliarsi in faccia a una donna che ci vedeva per la prima volta, ci arrecava un certo fastidio: pure la necessità era troppo imperiosa, e dopo pochi minuti noi stiravamo le nostre membra intirizzite sotto le lenzuola.
Il sonno si ostinava a non venire, quasichè il caso volesse proprio farci assistere a un tormento di nuovo genere, al supplizio di Tantalo riveduto e corretto per conto nostro.... Prima delle dolci parole tra i coniugi, poi uno scoccar di baci....
Noiato dalla scena che rappresentavo, feci un solennissimo starnuto; ahi non bastò; degli interrotti sospiri....
Diedi nel braccio al Bocconi, egli era desto come me, e finimmo con un'omerico scoppio di risa.
D'allora in poi fu silenzio e noi attaccammo un sonno magnifico!
CAPITOLO XXV.
Chagny fu per noi una vera desolazione: fortuna che ci si trattenne soltanto due giorni. Immaginatevi un paesucolo più sudicio di quelli del Napoletano: degli abitanti a cui non pareva vero di esserci prodighi di sgarbi e d'impertinenze, e non avrete immaginato che una metà delle nostre noie. L'intiera armata dei Vosgi si riversò, come valanga, su queste prime case del dipartimento della Saône et Loire ed all'ora in cui noi ci alzammo da letto ci fu impossibile il rinvenire, neppure a peso d'oro, un tozzo di pane.
I soldati affaticati dalla lunghissima marcia si buttavano lungo le strade: i carriaggi si succedevano a ogni minuto: a ogni minuto vedevi un via vai di ufficiali di stato maggiore, di staffette, di batterie; alle botteghe di fornaio, ai caffè, ai restaurants una pigia di persone concitate che bestemmiavano e facevano ai pugni tra loro; noi eravamo affamati, ci avevano detto al quartier generale che per quel giorno saremmo rimasti in paese, e non si trovava un tozzo di pane per sfamarci.
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Da Firenze a Digione
Impressioni di un reduce garibaldino
di Ettore Socci
Tipografia sociale Prato 1871
pagine 297 |
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Tantalo Bocconi Napoletano Vosgi Saône Loire
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