A Langres, dietro ordini del Generale, furono lasciati tutti i bagagli, compresi i due furgoni di dinamite e il capitano Kaupffeman. La brigata si pose a campo pei boschi di Bouchemin, di Marat e di Faverolle, minacciando le comunicazioni prussiane di Chaumont, Arc en Barroi, e Auberive sulle quali passavano le truppe dirette a Digione.
L'incertezza del generale francese Meyer, il quale negò ogni appoggio, diede meno importanza di quello che si meritava, al movimento: avendo perciò il brigadiere dovuto rinunciare all'idea di attaccare Chaumont, occupato da 6000 uomini, troppi al certo pel di lui piccolo effettivo, portavasi il 22 a Perrogney e Pierre Fontaine e, di lì passando per Auberive, muoveva alla testa della cavalleria sopra il villaggio di Germain per sorprendervi quel posto.
Tra i due paesi sono tre chilometri di scesa e tutto il terreno era una crosta di ghiaccio: ad onta di questo la distanza fu percorsa in una carica sola a carriera sfrenata: guai, se un cavallo fosse caduto!... Non poteva fare a meno di succedere un monte generale, una vera cuffia, come si direbbe in termine basso.
Il nemico che stava poco sulle intese, parve che non avesse nemmeno tempo di montare a cavallo: gli Usseri Rossi si erano ammucchiati nella scuderia; i meno, incerti se avessero a difendersi o a darsi prigionieri, i più, cercando nascondersi in tutti i buchi e perfino nel fieno.
Furono presi 12 uomini e 15 cavalli: gli uomini erano superbi: alti, benissimo vestiti e riccamente equipaggiati: quasi tutti del Posen; le loro pipe, pagate ben inteso a pronti contanti, furono i trofei più ricercati della vittoria.
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Da Firenze a Digione
Impressioni di un reduce garibaldino
di Ettore Socci
Tipografia sociale Prato 1871
pagine 297 |
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