Passeggio svagolato sul Quai: sento fermarmi, mi volto credendo ravvisare un amico e invece vedo un vecchio di fisonomia rispettabile, che porta all'occhiello la fettuccia rossa della legione d'onore. Siete Italiano?.... Mi domanda nel nostro idioma. - Sissignore, rispondo - Volete venire a farvi il ritratto? - Io lo sbircio bene bene, e quasi quasi suppongo che sia un pazzo. - La mia domanda è assai strana, si affretta a soggiungere - ma io sto facendo un'Album dove intendo far collezione de' figurini dei differenti corpi dell'Armata dei Vosgi. - Sicché io dovrei venire?.... - A fare da figurino delle Guide. - perché no?! - Borbotto: dopo tutto è bellina! Non potendo farla da eroe sono utile almeno a far da figurino!.... Mezz'ora dopo in eroico atteggiamento sono in posa difaccia a Monsieur Philip che mi parla di Firenze da lui veduta, or sono trent'anni, che mi offre un punch eccellente, e che mi fa vedere un piccolo album tascabile, sul quale en passant per la via, ha schizzato dieci o dodici caricature di Garibaldini tra cui quelle di tre miei amici, ripresi alla perfezione.
Esco dal pittore e vedo davanti al quartier generale: una folla straordinaria di gente: i ragazzi si aggrappano alla cancellata del giardino: i popolani formano dei crocchi: tutti discorrono concitatamente e sgranano certi occhi da non avere invidia con quelli di un bue, nella direzione del palazzo. Che è, che non è? Mille dubbi tenzonano nella mia mente: mi faccio largo tra la calca a forza di urtoni, tratto male le sentinelle che volevano precludermi il passo, e tocco, come si suol dire, il Cielo con un dito, quando posso sbirciare una guida, a cui immediatamente domando: Che è successo di nuovo?
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Da Firenze a Digione
Impressioni di un reduce garibaldino
di Ettore Socci
Tipografia sociale Prato 1871
pagine 297 |
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