- Nulla, sono arrivati due parlamentarii Prussiani.... l'armistizio è stato protratto e vengono a fissare le linee di demarcazione. - Non chiedo altre spiegazioni e vo su nella sala d'ordini: tutti gli ufficiali leggono pacificamente i giornali; qualcuno si scalda al camminetto: ciò non mi produce alcun senso, gli avevo veduti usare in tal modo nelle circostanze supreme, possono fare così anche ora! ragioniamo con alcuni altri coi due bassi ufficiali che hanno accompagnato il colonnello di stato maggiore che fa da parlamentario: con nostra maraviglia li troviamo istruitissimi: ci parlano con rispetto degli Italiani, ci dicono francamente che senza di noi sarebbero andati a Lione, ma ci dichiarano con altrettanta franchezza, che da noi non si aspettavano simile ingratitudine, da noi che eravamo andati a Venezia soltanto per dato e fatto della Prussia. Questa è proprio carina!.... I Francesi ce ne dicono di tutte un po', perchè ci siamo dimenticati di Magenta e di Solferino, non accorrendo come un'uomo solo dall'Alpi a Lilibeo, a dar due botte ai Prussiani: i Prussiani ci gabellano addirittura per ingrati perché abbiam loro strappato uno stendardo a Digione. La morale?.... La morale è questa: Guai a coloro che hanno bisogno di una mano per sollevarsi; fortunati coloro che sanno fare da se: chi fa da se fa per tre, dice un proverbio e i proverbii, a detta di Salomone, sono la sapienza dei popoli.
Dopo un lungo colloquio il parlamentario ritorna verso la Côte d'Or: il popolo lo saluta con fischi.
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Da Firenze a Digione
Impressioni di un reduce garibaldino
di Ettore Socci
Tipografia sociale Prato 1871
pagine 297 |
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