Assai brutta idea si devono aver fatta quei Tedeschi della civiltà Francese; un popolo deve essere feroce nella lotta d'indipendenza, ma dee mai sempre rispettare il diritto delle genti e, cessati i guai, ha da ravvisare un fratello in colui che ridotto macchina nelle mani di un re, può avergli fatto del male.
Ci giungono notizie dì Bordeaux.... e che brutte notizie!.... Le nostre previsioni non sono andate fallite. La Francia accasciata sotto la vigliaccheria, ha mandato al corpo Legislativo l'assemblea più retrograda che immaginar si possa. Lo spirito generoso delle città è stato soffocato dall'alito maligno della reazione provinciale. Niente di strano: tutti in Chalons a mò d'esempio desiderano la pace, riaccetterebbero Napoleone pur di non vedere un Prussiano: il mio amico pittore tratta di buffone Gambetta, il padrone di casa maledice la repubblica perché ha i suoi campi occupati dal nemico: nessuno prenderebbe un fucile per ricacciare gli stranieri oltre Reno.... I popoli hanno il governo che si meritano: in nazioni come la Francia corrotte, son degni presidenti i Thiers, e veri rappresentanti i ruraux di Versailles.
Si leggono i giornali: Garibaldi è stato ricevuto iniquamente nell'Assemblea: gli si è vietato persino di discorrere: una voce sola ha tuonato in mezzo ai codardi in difesa dell'eroe: è la voce generosa che si elevò da Guernesey in favore dei caduti di Mentana, è la voce che ha agitato le fibre della decrepita Europa, e che ha fatto allibire sui troni i regnanti: è la voce di Victor Hugo; fra tanti cialtroni Garibaldi non poteva esser compreso degnamente che dall'autore dei Miserabili.
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Da Firenze a Digione
Impressioni di un reduce garibaldino
di Ettore Socci
Tipografia sociale Prato 1871
pagine 297 |
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