.... E qui gli stessi lamenti, e gli stessi lunghi discorsi, da cui, stringi stringi, non si poteva rilevare che l'immenso desiderio che occupava noi tutti di rivedere al più presto l'Italia.
Alcuni avevano già indossato abiti cittadineschi: non vi erano più appelli, non si salutavano più i superiori; ai caffè erano liti continue e baruffe da dare scandalo alla popolazione: alcuni per distrarsi si affidavano all'opera energica del vieux Mecon e quindi sbornie a cascare su tutta la linea. Era infine una vitaccia inconcludente che ci rovinava la salute e che ci faceva mandare in quel paese da tutti coloro che amano la pace.
Arriva finalmente la legione Ravelli per essere disarmata; lo stesso giorno disarmano noi, promettendoci pel dì dopo due mesi di paga e il congedo. Due mesi di paga e a spese nostre il viaggio!.... E pensare che il soldato avea un franco il giorno!.... La repubblica Francese non fu certamente prodiga con coloro che così prodigalmente avevano esposto la vita per lei.
Pure quella sera fu baldoria: si trattava di tornare in Italia, di riveder la famiglia, gli amici, e non osavamo misurare col pensiero quelle poche ore che ci dividevano dall'istante bramato, tanto era la nostra bramosia d'arrivarvi: mai ho sentito l'amor di patria, come quando ne sono stato lontano: so anche io che l'idea falsa della nazionalità deve o prima o poi cedere in faccia a quella santissima dell'umanità, ma che volete? Noi, che abbiamo avuto la disgrazia di nascere in un periodo di transizione, noi che siamo stati tirati su colle idee vecchie, noi che abbiamo veduto il sacrificio di tanti martiri, che abbiamo assistito alle lotte generose che i giovani più magnanimi hanno intrapreso contro i governi e contro gli eserciti stranieri per raffermare il principio della nazionale unità, non abbiamo potuto non affezzionarci a quella patria che ci hanno insegnato a rispettare più di noi stessi gli scritti di tanti filosofi ed il sangue di tanti eroi.
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Da Firenze a Digione
Impressioni di un reduce garibaldino
di Ettore Socci
Tipografia sociale Prato 1871
pagine 297 |
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