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      La ferrovia va per lungo spazio sul lago di Chautillon: quel lago stretto, monotono, lungo: quella neve, quella solitudine cosė bella nella sua orridezza ha qualcosa d'imponente: quanto volentieri me ne anderei sul muricciolo di quella chiesetta che sbuca sulla cima del promontorio: La č circondata da pini: una cascata che va a versarsi nel lago scaturisce a pochi passi da lei e di lassų ci deve essere un incantevole colpo d'occhio. Delle mandre di pecore s'inerpicano sui sassi che le fanno ghirlanda: il montanino vi corre per dare un pensiero ai suoi morti e poi ne ritorna cantando le ispirate canzoni che suol dettare ne' vergini cuori la poesia dell'aperta campagna.... ah! come sarei felice di viver lassų, lontano dal rumore del mondo, solo con le mie meditazioni, salutando con un inno il sole che nasce, ritrovando una lacrima, quando la squilla della sera che invita a pregar pei morti ripercotesse quell'aure calme, che t'incitano a esser buono e a sperare.
      Mi avveggo che io, fumatore per eccellenza, ho da due ore il sigaro spento e che non ho importunato alcun'amico per avere un fiammifero.
      Giungiamo a Chambery; ci tratteniamo alcuni minuti: tanto, perchč le gentili signore della capitale della Savoia ci offrano una refezioncella, a cui facciamo onore con un'appetito invidiabile.
      Altre montagne, altri boschi, Montmelian in lontananza, ecco cosa ci offre il breve tragitto che da Chambery ha da farsi per arrivare a Saint Michel. Qui ci si ferma una buona mezz'ora: fa un freddo indiavolato: ci sembra di esser ritornati ai primi giorni della campagna: si monta nel treno Fell, e ci si accinge a traversare le Alpi.


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Da Firenze a Digione
Impressioni di un reduce garibaldino
di Ettore Socci
Tipografia sociale Prato
1871 pagine 297

   





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