1. Nel medio evo lo Stato dipende assolutamente dalla Chiesa, come si vede chiaro dalla teorica della relazione tra le due spade: la spirituale e la temporale. Lo Stato non ha altro valore che quello di piedistallo della statua di Dio, che č la Chiesa; non č in sč niente di divino (di legittimo e razionale), ma č sacro solo come piedistallo. Per Dante stesso - il quale noi sogliamo venerare come il primo autore del concetto del nostro Stato autonomo e nazionale -, lo Stato non č altro ancora che il Sacro romano imperio, e l'Italia soltanto la prima gemma dell'imperiale corona. Lo Stato č uno ed universale, come una ed universale č la Chiesa; e non solo lo Stato come tale č soggetto alla Chiesa, ma lo Stato nazionale č una cosa secondaria.
La religione č impacciata da forme esterne troppo materiali; le quali spengono, invece di manifestare, la vitalitą dell'idea religiosa. Nella Chiesa, come governo di Dio su questa terra, come papato e gerarchia, si fa una mostruosa mescolanza dell'infinito e del finito, a' quali si attribuisce egual valore; un tempio, un convento, una pietra sono sacri come la stessa legge divina, e sempre superiori a tutte le leggi umane. Tale č l'origine delle immunitą e d'ogni maniera di privilegi locali e personali.
La scienza (e specialmente la filosofia, come ho gią detto nella lezione terza) dipendeva assolutamente dalla teologia.
2. Nel nuovo tempo, al contrario, lo Stato intende di separarsi dalla Chiesa, acquistare la propria autonomia, e dire: io sono, e sono qualcosa di divino e ho una missione divina sopra la terra.
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