Pagina (82/286)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ma non può definire quel che è buono e giusto - non può far leggi veramente degne di questo nome -, senza consultare e obbedire l'oracolo supremo, che è la Chiesa. Non ci è bisogno di dire, che questa dipendenza dello Stato si estende anche alle azioni miste. - Questa relazione tra la Chiesa e lo Stato è da' moderni gesuiti rappresentata più grossolanamente così: la Chiesa è il medico che fa la ricetta, e lo Stato è lo speziale che la spedisce. Ovvero meglio: la Chiesa è l'architetto, e lo Stato è il muratore22. I primi gesuiti erano più larghi e liberali; e concependo le due potestà, la spirituale e la temporale, come immediate a Deo tutte e due, facevano conferire la prima a S. Pietro e successori, e la seconda al popolo solo, alla moltitudine, alla massa; la quale poi la trasferisce sub conditione o per contratto nel Principe. Perciò la potestà del Principe non è di origine divina, come quella del Papa; il diritto divino è solo nella massa. Così i gesuiti d'allora per combattere la prima forma dell'autonomia dello Stato (la monarchia assoluta), mettevano innanzi la sovranità popolare e negavano il diritto divino de' principi; e i gesuiti d'oggi giorno, per combattere la vera forma dell'autonomia dello Stato, fondata nella volontà nazionale, mettono innanzi il vecchio diritto divino delle famiglie principesche. Il fine è lo stesso; solo i mezzi sono differenti.
      Quanto alla religione in generale, la conciliazione fu l'opera, si sa, del Concilio tridentino.
      Nella filosofia finalmente essa ebbe la sua forma più schietta, e direi quasi disinteressata, appunto nel sistema di Campanella.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La filosofia italiana nelle sue relazioni con la filosofia europea
di Bertrando Spaventa
Editore Laterza Bari
1908 pagine 286

   





Chiesa Stato Chiesa Stato Chiesa Stato Chiesa Stato Deo S. Pietro Principe Principe Papa Stato Stato Concilio Campanella