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      Adunque, ripeto, vi ha in Dio una differenza; e questa differenza - ciò è anche da notare - è essa stessa indifferenza: il tutto indifferentemente.
      Dio, dunque, è indifferenza, che si differenzia indifferentemente.
      Come causa è indifferenza;
      come causato è indifferenza.
      La differenza è dunque pura forma. Questo è il difetto di Bruno (e anche di Spinoza). Ma, anche come semplice forma, è già un gran passo innanzi.
      Come Infinito finiente Dio è già più che Sostanza causa. Ma Bruno non sviluppa questo concetto del fine. Questo concetto si riproduce - con più chiara coscienza - nel Gioberti; secondo il quale la vera infinità di Dio è appunto la preoccupazione o presunzione infinita del mondo. In Bruno non ci è vero fine: non ci può essere, perchè Dio è semplice causa.
      4. Distinzione delle cose dell'Universo dall'Universo: le cose sono semplici modi dell'una e assoluta Sostanza.
      L'universo comprende tutto l'essere e tutti i modi di essere; delle cose ciascuna ha tutto l'essere (tutta la sostanza: identità), ma non tutti i modi di essere.... Uno è l'ente, la sostanza e la essenza.... In essa si trova la moltitudine, il numero, ma come modo e moltiformità dell'ente; laonde non è più che uno, ma moltimodo, moltiforme e moltifigurato.... Tutto ciò che fa differenza e numero è puro accidente, pura figura, pura complessione.... (La sostanza rimane sempre la stessa; è una, ente divino, immortale).... diverso volto di medesima sostanza; volto labile, mobile, corruttibile, d'un'immobile, perseverante ed eterno essere.


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La filosofia italiana nelle sue relazioni con la filosofia europea
di Bertrando Spaventa
Editore Laterza Bari
1908 pagine 286

   





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