... Ciò che fa la moltitudine non è l'ente, non è la cosa, ma quello che appare, che si rappresenta al senso ed è nella superficie della cosa
30 (auxilium imaginationis, diceva Spinoza).
Da questa sommaria comparazione io credo di poter conchiudere, che lo schema metafisico di Bruno e Spinoza è lo stesso, o almeno, che l'uno è precursore dell'altro.
LEZIONE SESTA.
GIAMBATTISTA VICO.
SOMMARIO.
A) Difetto della dottrina di Bruno - Passaggio da Bruno e Campanella a Vico. - B) Il nuovo concetto della unità dello Spirito - Di nuovo Bruno, Spinoza e Vico. - C) Il concetto dello Sviluppo - Schema logico: La Psiche individuale; la Psiche nazionale; l'umanità. - Pregio e difetto di Vico. - D) Oscurità di Vico.
A) Da Bruno e Campanella a Vico corre un periodo di circa cento anni. In tutto questo tempo non vi ha un filosofo veramente originale in Italia; all'Italia non appartiene nessuna idea nuova. Cartesio, Spinoza, Locke, Leibniz non sono italiani. O piuttosto, i nuovi germi, nati in Italia, si formarono liberamente a sistemi fuori del nostro paese. Bruno diventa Spinoza; Campanella, Cartesio e (in quanto telesiano) Locke; la monade di Bruno, trasfigurata nell'Esse cognoscere di Campanella, diventa la monade di Leibniz (rappresentazione assoluta del moltiplice nella unità del pensiero).
Da Bruno e Campanella a Vico vi ha dunque come un vuoto nella storia del nostro pensiero. Perchè Vico possa esser ben compreso, bisogna riempire questo vuoto colla storia della filosofia europea. Posti Bruno e Campanella, si vede, ora, la necessità di Vico; ma perchè Vico nascesse, la necessità della sua nascita dovea manifestarsi e divenire una realtà storica: un fatto nella vita del pensiero umano.
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