La prima attività è semplicemente divina (naturale); la seconda è divina e umana insieme (cioè veramente divina). - I due cicli di Gioberti, che sono un unico ciclo.
Ora Vico rappresenta appunto questa distinzione reale de' due universi; e quindi fonda il mondo umano, il mondo dello spirito. Rappresenta la differenza reale di quella assoluta indifferenza; e questa differenza è espressa nel concetto delle due Provvidenze. Il suo mondo naturale, fatto solo da Dio (come provvidenza naturale), e il suo mondo umano, fatto dall'uomo e da Dio insieme, consistono nelle due attività creative, che sono i due cicli di Gioberti.
In Vico il concetto della formola ideale è già dato: non della formola monca, l'Ente crea l'esistente, ma della vera formola, l'Ente crea l'esistente e l'esistente ritorna all'Ente31.
Tale è, in brevi parole, il passaggio ideale e, direi quasi, logico da Bruno a Vico.
Perchè questo passaggio fosse storico, era necessario che il naturalismo (di Bruno) prendesse la sua forma schietta e rigorosa nello spinozismo (e Spinoza richiedea Cartesio, precorso da Campanella); che il principio della semplice efficienza si mostrasse in tutta la sua luce, come cartesianismo e come lockismo; che Leibniz ponesse il concetto - sebbene imperfetto, cioè come identità immediata - dello spirito nella monade, e così protestasse contro il puro naturalismo (la monade in sè è più che causa efficiente); che, insomma, si vedessero e s'intendessero le conseguenze della prima posizione.
B) Ho detto che Vico pone la differenza, la differenza reale, nella assoluta indifferenza di Bruno e Spinoza; quella differenza, che nè questi nè gli altri filosofi posteriori aveano saputo porre.
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