Il pensiero, che contiene in sè e pone immediatamente l'essere, è la causa. Causare: tale è la pri- ma e la immediata risposta all'esigenza di Bruno: trarre il contrario. Causare è trarre il contrario, ma in una forma immediata. Causare è pensare, ma pensare immediatamente. Causare senza pensare è impossibile. L'effetto è contenuto nella causa; e questa contenenza, che è produzione in sè, non è altro che pensiero, non già semplice essere. (Così la Sostanza è il Pensiero come immediata unità di se stesso e dell'essere: è l'Idea, ma non l'Idea platonica).
Questa immediatezza è la Natura spinoziana, la nuova natura. Quindi il nuovo naturalismo.
Essere e pensare, immediatamente uno e immediatamente differenti: tale è il punto della unione e la derivazione spinoziana del contrario. Ora, appunto perchè immediatamente uno, essere e pensare non sono veramente uno; e appunto perchè immediatamente differenti, non sono veramente differenti. Nè la unità, nè la differenza è reale: nè il punto della unione, nè la derivazione del contrario. Quindi si ha insieme:
parallelismo, e, come unica legge de' due mondi, la relazione causale.
Queste due determinazioni, che sono la stessa determinazione, è il naturalismo. È la indifferenza differenziata indifferentemente: la causa come effetto, come semplice effetto.
Così non si ha il vero Universo; il vero Universo è fuori di questo Universo puramente formale.
Ma in Spinoza stesso ci è il principio della correzione di Spinoza: il principio del pensiero, il principio cartesiano: solo bisogna intenderlo meglio (psicologismo trascendente). I due mondi paralleli, e che hanno una medesima legge (la causalità) non sono in sè davvero paralleli; giacchè l'uno è l'esse obiective e l'altro l'esse formaliter; quello è, dunque, più che questo e lo contiene.
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