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      La vita degli uomini, così considerata, sarebbe qualcosa di comico, se questa astuzia della provvidenza non fosse la umanità stessa che si fa strada e si produce mediante l'attività particolare degli individui e de' popoli. L'umanità è appunto questa eterna catena di cause ed effetti, che non è nella intenzione immediata del soggetto operante, e nondimeno è contenuta virtualmente nell'azione, e nasce da essa come quel che vi ha in essa di vero e sostanziale. L'azione, come tale virtualità infinita, sorpassa il fine e la stessa esistenza finita dell'operante. Intanto, l'uomo, che opera così, è libero, e perchè ha il suo proprio interesse immediato nell'azione, e perchè il grande effetto, che non era il fine proprio di quella, non realizza una natura estranea all'uomo, ma la stessa natura umana. "Jura a Diis posita sono state dette le ordinazioni del dritto natural delle genti. Ma, succeduto poi il diritto naturale delle genti umane......, sopra il quale i filosofi e i morali teologi si alzarono a intendere il dritto naturale della ragione eterna tutta spiegata: tal motto passò acconciamente a significare il diritto naturale delle genti ordinato dal vero Dio"36 (Dio umano). - "Si rifletta... alla semplicità e naturalezza, con che la Provvidenza ordinò queste cose degli uomini, che per falsi sensi gli uomini dicevano con verità che tutte facessero gli Dei"37
      La vita della psiche nazionale ha tre gradi, o, come dice Vico, tre età; le quali, in generale, corrispondono al senso, alla rappresentazione e all'intelletto, che si potrebbero chiamare le tre età della psiche individuale.


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La filosofia italiana nelle sue relazioni con la filosofia europea
di Bertrando Spaventa
Editore Laterza Bari
1908 pagine 286

   





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