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      L'esagerazione consiste nel considerare le nazioni troppo letteralmente come etā o gradi dello sviluppo della psiche universale. Si dice: "la psiche come psiche ha questi e questi gradi: senso, immaginazione, etc. Dunque questa nazione rappresenta questo grado, quest'altra quest'altro, etc. Il primo grado appartiene solo alla prima nazione, e l'ultimo solo all'ultima o alla comunitā vivente delle nazioni". Vico, invece, vede tutti i gradi - tutto lo spirito - in ciascuna nazione. Egli non ammette una nazione solo senso, un'altra solo immaginazione, ecc; ma riconosce la pienezza de' tempi - i tempi umani - in ogni nazione; di maniera che da una parte lo sviluppo di ciascuna nazione ha come sua finale tendenza il trascendere i limiti della sua nazionalitā naturale ed entrare appunto ne' tempi umani (che fanno tanta paura a' nostri bramani); e d'altra parte lo sviluppo dello spirito universale a traverso le nazioni non č solo correre, ma ricorrere, non č solo andare, ma riandare. Coloro che parlano con tanta leggerezza del ricorso vichiano, come di un'anticaglia, e si rappresentano il progresso umano come una linea retta indefinita, - senza capo nč coda, - dovrebbero pensare almeno, che l'India ebbe i suoi tempi umani nella nuova religione (in Budda), la Grecia nella nuova filosofia (Socrate), e Roma nel nuovo diritto.
      Pare, che Vico ammetta questa unitā dello spirito - l'unitā come sviluppo - solo nel mondo umano, e tra questo e il naturale (tra le due provvidenze) non veda altro che la differenza, e cosė non arrivi al nuovo concetto (alla nuova unitā) del Tutto.


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La filosofia italiana nelle sue relazioni con la filosofia europea
di Bertrando Spaventa
Editore Laterza Bari
1908 pagine 286

   





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