A Bruno mancava Cartesio, - la nuova metafisica, - per avere Spinoza. Oltre a ciò, al naturalismo di quel tempo mancava ancora l'inspicere, già richiesto da Telesio. A Vico manca, - oltre la grande esperienza de' proprii prodotti dello spirito, - il nuovo cogito ergo sum; il nuovo pensiero, che non è la posizione immediata, ma la mediazione assoluta, e perciò perfetta trasparenza dell'essere. Vico stesso confessa in certo modo il punto oscuro della Scienza nuova, esigendo una nuova metafisica: quella della Mente. L'ha fatta egli? No. Non si contenta di Cartesio, ed ha ragione; il dommatismo cartesiano non può comprendere il processo storico (critico) dello spirito. Ma ha egli compreso, metafisicamente, meglio il pensiero? Ha risposto alla sua stessa esigenza? Coloro che mettono innanzi l'Antiquissima italorum sapientia, e vedono in essa la chiave metafisica della Scienza nuova, rassomigliano un po' a que' letterati, che vogliono comprendere un dramma di Shakespeare coll'arte poetica di Orazio alla mano.
LEZIONE SETTIMA.
PASQUALE GALLUPPI.
SOMMARIO.
A) Vico e Kant - Il problema del conoscere nella filosofia antekantiana - Il problema del conoscere in Kant. - B) Kantismo del Galluppi.
A) Da Vico a Galluppi, Rosmini e Gioberti corre quasi un secolo. E vi ha di mezzo, oltre i filosofi prima di Kant, Kant e quasi tutti i filosofi tedeschi. Quale è l'anello che congiunge Galluppi, Rosmini e Gioberti a Vico? Ripigliamo il filo della nostra esposizione.
La unità, il vero punto di unione, - quello che è insieme unire e trarre il contrario, - era per Bruno la Causa.
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