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      Ho detto: il puro conoscere; puro, cioè non empirico, ma trascendentale. Quindi il psicologismo kantiano è in sè trascendentale. In questo concetto è il gran significato del kantismo.
      Il conoscere - questa è la scoperta di Kant - è un immediato (un originario), che consta di due immediati (di due originarii; almeno appaiono così), che sono il pensare ed il sentire, il concetto e l'intuizione, l'universale ed il particolare, il così detto a priori e l'a posteriori. Nel conoscere, l'immediato non è il solo concetto, come voleva il Cartesianismo, nè la sola intuizione come voleva il Lockismo. Col solo concetto non si conosce nulla (il concetto è vuoto) e però è falsa l'idea immediata o innata cartesiana; e d'altra parte, colla semplice intuizione nè meno si conosce nulla (l'intuizione è cieca), e però è falsa la percezione o l'idea lockiana. Adunque il conoscere è un immediato sui generis: un immediato che è immediatamente due immediati, una mediazione immediata (originaria); una unità, che non risulta dagli elementi di cui consta come l'effetto dalla causa, e perciò non è posteriore ad essi; e che nè meno produce essa i suoi elementi, come la causa produce l'effetto, e perciò non è anteriore ad essi. Posteriore: i due elementi, presi per sè, non sono niente senza la loro unità - il conoscere, e perciò non possono produrla. Anteriore: il conoscere non è niente senza i due elementi, e perciò non può produrli. Il conoscere, adunque, non può essere nè semplicemente effetto o risultato, nè semplicemente causa o principio.


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La filosofia italiana nelle sue relazioni con la filosofia europea
di Bertrando Spaventa
Editore Laterza Bari
1908 pagine 286

   





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