Se Galluppi avesse ben posto mente alla sua distinzione di sensazione e coscienza della sensazione, sarebbe entrato nella buona via; avrebbe attribuito l'oggettività non alla sensazione come tale, ma alla sensazione in quanto intesa. E il fatto curioso è, che l'oggettività ch'egli vuol vendicare alla sensazione non è altro che l'oggettività in generale, quella appunto che consiste nell'autocoscienza; ciò ch'egli chiama il fuor di me non è altro che il Non-io in generale, non è l'esteso, non è il corpo, etc. Ma se si tratta di ciò, perchè combattere quelli che parlano di oggetti vita reale è la provano col ragionamento? Galluppi dicendo: la sensazione è la percezione immediata dell'oggetto, - ha ragione se per sensazione si intende la coscienza, e per oggetto l'oggettività in generale, il Non-io come tale; giacchè nell'autocoscienza l'Io e il Non-io sono posti immediatamente; il ragionamento fondato nel principio di causa, di ragione sufficiente, etc., non ci entra. Quelli che Galluppi vuol confutare, perchè non attribuiscono alla sensazione l'oggettività, parlano di oggettività reale, ed hanno ragione; giacchè, se è vero, che senza la sensazione non si ha l'oggetto reale, senza l'intelletto non solo non si ha l'oggetto, ma senza l'intelletto stesso come ragionamento dalla causa, ecc., non si ha l'oggetto reale, un Non-io reale.
Gioberti critica così Galluppi: "Il concetto di corpo inchiude due elementi, la sostanza intima o forza, e le proprietà o modificazioni. La sensazione del Galluppi ci porge il secondo elemento, che consiste nei sensibili, ma non il primo, che è schiettamente intelligibile"40. Questa critica vale contro la sensazione in generale, ma non contro la sensazione del Galluppi; giacchè quella che il Galluppi chiama impropriamente sensazione ci porge il semplice fuor di me (il non-Io in generale), cioè un elemento intellettivo, e non già un elemento sensibile.
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