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      Così tutta la filosofia moderna da Cartesio sino a Kant, in quanto le sue stazioni e quindi i suoi problemi sono il pensare, il percepire, il conoscere, - in quanto il suo universale problema è la Psiche, - si può dire psicologismo. Ma l'intellettualismo e l'empirismo sono psicologismo immediato, imperfetto, falso; e ciò per due ragioni: 1.° perchè pigliano per la psiche (per la realtà cosciente) un fatto monco, e quindi falso; 2.° perchè pigliano questo fatto stesso come spiegazione del fatto, di tutto il fatto.
      Kant, all'opposto, studia il fatto (la psiche) nella sua integrità, come conoscere; e cerca la spiegazione del fatto non in un fatto, ma in ciò che trascende il fatto, e che per ciò è la spiegazione del fatto. La spiegazione del conoscere è il puro conoscere. Con Kant comincia dunque il vero e nuovo psicologismo, il psicologismo trascendentale.
      Confondere i due psicologismi, e chiamare Kant psicologista come i cartesiani e i wolfiani, è non conoscere la profonda differenza che corre tra quello e questi.
      Il puro conoscere e quella nuova unità (il nuovo pensiero, il nuovo Cogito.41) che è il puro conoscere, non è il conoscere e la unità come fatto, come esperienza, ma il conoscere e l'unità come fare, farsi, fare se stesso. Il fare o farsi trascende il fatto: è la ragione, l'idea, la spiegazione del fatto. Il fatto, preso così per sè, senza il fare, è come il corpo senz'anima.
      Ora il conoscere (la realtà cosciente, la Psiche) è tal fatto, che il fare o farsi non può essere semplice fare o causare, ma fare che è Sviluppo.


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La filosofia italiana nelle sue relazioni con la filosofia europea
di Bertrando Spaventa
Editore Laterza Bari
1908 pagine 286

   





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