Coś egli annulla - o almeno pare coś a prima vista - quella unità del conoscere, che è unità sintetica originaria, e la riduce a una semplice unità analitica, a un semplice elemento del conoscere. E dove Kant, concependo l'unità del conoscere come unità sintetica originaria, considera i concetti o le categorie come diverse funzioni di questa Unità (e per essere conseguente, dovrebbe considerare come prodotti di questa stessa Unità coś le categorie come anche le forme della pura intuizione: Fichte); il Rosmini, invece, ammettendo solo quella unica prima categoria dell'Ente, vuotando (almeno coś pare) l'Unità sintetica originaria kantiana e riducendola a un quasi nulla, trasporta nel senso tutta la ricchezza dello intelletto, tutte le categorie, e fa derivare questa ricchezza dalla combinazione di quella unica idea colla materia del senso stesso. Kant avrebbe dovuto derivare le categorie, e in generale la forma del conoscere, il puro conoscere, dalla unità sintetica originaria (dall'autocoscienza: Fichte); e invece falsa quella unità, la pone come unità analitica, come Io penso, e nel tempo stesso presuppone come sue funzioni, come suoi strumenti, le categorie. Rosmini comprende, come Fichte, la necessità di dedurre le categorie dalla Unità intellettiva; ma poi intende questo problema alla maniera di Locke, ricade nell'empirismo anteriore a Kant, piglia da una parte la sua vuota unità, l'intelletto, e dall'altra il senso; porta in giro quella - la sua unica forma - e l'applica a tutta la materia, a tutta la ricchezza che ha trasportato nell'affezione sensibile; e questa applicazione chiama origine delle idee, cioè delle categorie e delle stesse forme dell'intuizione.
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