Pagina (171/286)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Contuttociò, continua a dire Gioberti, non si deve giudicare, che la filosofia non sia libera, e che il vero razionale, che è il suo oggetto, dipenda dall'autorità. Imperocchè, in primo luogo, "senz'ordine non vi ha libertà verace. La libertà richiede che si lasci allo spirito umano l'esercizio legittimo delle sue potenze" (manco male!). "Quindi la scienza (cattolica) è anco libera, perchè il campo della speculazione è amplissimo fra tutti, e salvo i capi fermati dal magistero legittimo, l'ingegno umano può spaziarvi a piacimento: limitazione tanto propria alla libertà quanto avversa alla licenza; giacchè la scienza non può esser libera, se non è ben sicura della propria esistenza, e se vien piantata in base incerta e vacillante. Oltre a ciò, l'uomo è destinato più ad operare che a speculare, e la speculazione vuol essere indirizzata all'azione. Ora, se la scienza avesse il diritto di porre in dubbio o rigettare la verità, in cui si fonda ogni vivere pubblico e privato, l'operare diverrebbe impossibile e crollerebbe tutto il mondo civile; ecc. ecc. In secondo luogo, la filosofia riceve sì la sua materia dalla parola; ma ricevutala, l'apprende immediatamente per la sua intrinseca luce; l'uomo ammette gl'intelligibili, non già solo in virtù di essa parola autorevole, ma per l'evidenza lor propria (nell'intuito), di cui la parola è l'occasione eccitatrice e non la cagione nè la dimostrazione. L'Idea è veduta immediatamente in se stessa. E in ciò consiste la differenza essenziale tra la filosofia e la teologia; giacchè le verità soprannaturali, che sono oggetto di quest'ultima, dipendono dalla parola rivelata; non la provano, ma ne vengono provate; non s'intuiscono, ma si credono".


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La filosofia italiana nelle sue relazioni con la filosofia europea
di Bertrando Spaventa
Editore Laterza Bari
1908 pagine 286

   





Gioberti Idea