O il conoscere è niente, o è conoscenza dell'atto creativo.
Gioberti parla sempre di due filosofie: divina e umana; ma non sempre nello stesso modo. Ora la divina è "fuori e sopra l'atto creativo: quindi impossibile all'uomo". Ora la divina "è l'idea creatrice, e quindi atto puro; e la umana è riproduzione o copia della divina". Questo è il vero Gioberti; quello è il vecchio.
Quello che è "fuori e sopra l'atto creativo" è il Dio falso, astratto, indeterminato: il semplice Ente, quello che è, e non crea nulla. Secondo questo concetto, la vera filosofia è la scienza dell'Ente, l'ontologia; e la bandiera l'ontologismo. Nel nuovo Gioberti è tutt'altra cosa. La filosofia è la protologia, la scienza di quel che è l'assoluto Primo, il Primo che è anche l'Ultimo; e questo non è l'Ente ma il Creatore. "Il Primo filosofico, avea detto Gioberti nella Introduzione, è l'Ente". Si potrebbe, dunque, credere che la protologia fosse la scienza dell'Ente, cioè, la stessa ontologia. Ora Gioberti stesso dice espressamente: "la scienza prima o la protologia non è l'ontologia; l'idea sola dell'Ente non può costituire il principio protologico; questo è la formola ideale"; e perciò "la protologia è la scienza di Dio, considerato come Ente creante; la scienza dell'atto creativo". Ma quale formola? quale atto creativo? Quella formola che esprime, e quell'atto che è, tutta l'attività creativa, cioè insieme il creare e il ricreare, il Primo e l'Ultimo. E perciò "la protologia discende dall'Ente all'Esistente e risale dall'Esistente all'Ente"; e così è insieme protologia e teleologia: e vai quanto dire tutta la filosofia, giacchè la filosofia non è altro che "la scienza di Dio e di tutte le cose in quanto a Dio si riferiscono e con lui si connettono". Dio così, come questa assoluta relazione o connessione, è l'assoluta Psiche o la Mente assoluta.
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