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      Questa posizione corrisponde a quella della non unità e della non opposizione tra logica e metafisica. Non vi è unità, perchè la sostanza non s'intende; non vi è opposizione, perchè la sostanza è presupposta. Perciò, come ho già detto, questa logica non è formale, ma si presta a diventare formale.
      Per la stessa ragione, questa logica non è metafisica, ma si presta ad essere metafisica.
      Questa indifferenza ha la sua radice nel dualismo aristotelico di forma e materia.
     
     
     
     
      II.
     
      FILOSOFIA MODERNA.
     
      La filosofia antica è essenzialmente considerazione dell'oggetto (della natura). Lo considera prima naturalmente; poi idealmente. Nella prima considerazione il naturale è principio del naturale, il fatto del fatto. Nella seconda il principio è l'oggettività ideale, che trascende la naturale; il fare che trascende il fatto.
      Originariamente essa non è conoscenza della realtà cosciente, come la filosofia moderna. Questo problema nasce in essa per risolverne un altro, che è il principale. Perciò è inteso in altro modo che nella filosofia moderna; è piuttosto il problema della realtà saputa, che della realtà cosciente.
      La filosofia moderna, al contrario, è essenzialmente considerazione del soggetto, della realtà cosciente, dello spirito. Si sa come per istinto (per tutta la esperienza da Talete a Cartesio), che, spiegato questo, tutto è spiegato.
      Essa procede rispetto alla realtà cosciente, al nuovo oggetto, come l'antica procedeva rispetto all'oggetto antico, alla realtà naturale.
      Da prima spiega il fatto col fatto; considera la realtà cosciente - la psiche, il conoscere - naturalmente, come qualcosa d'immediato.


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La filosofia italiana nelle sue relazioni con la filosofia europea
di Bertrando Spaventa
Editore Laterza Bari
1908 pagine 286

   





Talete Cartesio