Socrate pone il concetto, l'universale, il pensare come pensato, come essere.
Kant lo pone come pensare, come atto del pensare che è psiche, dell'Io penso, come forma dell'Io penso.
Concetto, universale, categoria (determinazione universale delle cose, determinazione ontologica, metafisica) = forma del pensare, dell'Io penso (forma logica); cioè materia logica = forma logica; metafisica = logica: tale è in sè il kantismo.
Ma solo in sè. È il nuovo orizzonte della filosofia. Ma Kant - il criticismo kantiano - è inferiore alla sua potenza; come il concetto socratico è in sè il platonismo e l'aristotelismo e altro, ma, come attività puramente socratica, è meno della sua potenza.
In Socrate il concetto è tutto nell'attività del soggetto filosofante, nell'attività induttiva; non è ancora sistema delle idee, cioè dialettica platonica (dialettica dell'Ente stesso); non è ancora metafisica (Aristotele). Dialettica e metafisica sono come assorbite nell'attività socratica, soggettiva, dialogica.
In Kant, più che l'unità della metafisica e della logica, si ha l'assorbimento della metafisica nella logica, nella nuova logica: nella logica dell'Io penso come semplice Io, del soggetto come semplice soggetto (e perciò non vera logica, in quanto non è logica e metafisica). È nuova logica, perchè la categoria è forma (attività) dell'Io penso; non è vera logica (vera nuova metafisica), perchè la categoria così, come semplice forma dell'Io, del semplice soggetto, non è determinazione della cosa in sè (noumeno), ma solo della cosa rispetto a noi, o in quanto conosciuta da noi (fenomeno). La logica kantiana è, come è stato, detto, metafisica del fenomeno, non dell'Ente.
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