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      Io come Io e non-io: tale è il pregio di Fichte.
      Io come Io e non-io è l'unità sintetica originaria: quella unità (Io) che produce (pone) e unisce gli opposti (Io e non-io). Questa unità, che è produzione di se stessa, è l'autocoscienza. In quanto produzione di se stessa è ritmo, categoricità: produzione delle categorie.
      Il fichtismo è vero, in quanto s'intende così: conoscere vuol dire soggetto e oggetto; io dunque non conosco, se non sono in me - come soggetto, come conoscere - soggetto e oggetto. Se il conoscere non è in sè questa unità; se il soggetto non è in sè questa forma, il conoscere non è certezza, non è mio conoscere, non è Io; è semplice pictura in tabula, non realtà cosciente, e quindi non saputa; quella che si dice realtà saputa, è semplice impressione naturale in una realtà naturale; manca la coscienza, l'Io. La pittura è impressa nella tavola. Perchè la tavola non sa?
      D'altra parte il fichtismo è falso, se s'intende così, che il non-io (il mondo, la natura, l'oggetto) che è nell'Io ed è posto dall'Io, sia il reale non-io; cioè dire, che l'Io crei davvero il mondo, il mondo reale. È falso, se s'intende che l'Io crei se stesso come Io reale. Io reale importa non-io reale; e, giacchè il non-io reale non è nell'Io, ma solo il semplice non-io, e il non-io reale non è posto dall'Io, così l'Io non è posizione di se stesso come Io reale, ma solo come semplice Io; come forma del conoscere, ma non come reale conoscere; come certezza, non come verità del conoscere.
      L'Io è dunque qui assoluto e relativo, infinito e finito, fare e fatto, a priori e a posteriori, posizione di sè e posto.


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La filosofia italiana nelle sue relazioni con la filosofia europea
di Bertrando Spaventa
Editore Laterza Bari
1908 pagine 286

   





Fichte