Fichte ha dimostrato questo, lui primo.
Ma questa identità fichtiana è un se: una relazione necessaria, ma solo possibile. Schelling ha oggettivata questa relazione coll'intuito; ed ecco la Natura: il Reale.
3. Il pregio di Schelling è di aver detto: senza identità di natura e spirito, senza identità (notate bene) come mentalità, non ci è il conoscere, il reale conoscere. (E già il conoscere non è che tale: conoscere non reale non è conoscere).
Per Schelling conoscere la realtà è appunto conoscere questa identità, che è mentalità; come per Spinoza conoscere la realtà è appunto conoscere quella identità, che è la Sostanza-causa.
Conoscere là realtà è afferrare la relazione: la relazione come identità.
Per Schelling, conoscere la realtà è afferrare la relazione come mentalità! per Spinoza, come causalità.
Per Spinoza l'Idea, la Relazione, è Causare: per Schelling è Mentalizzare (Creare. Creare è identità come mentalizzare).
Spiegare il conoscere (e quindi la realtà, tutta la realtà) è dunque - posto Schelling - spiegare la identità come mentalità (è spiegare il creare).
Schelling spiega la sua identità? Non la spiega, ma la presuppone; la pone immediate nella intuizione intellettuale.
Questo presupposto, cioè la identità come mentalità, posta immediatamente; questo presupposto è la Natura di Schelling.
Quindi nuovo naturalismo; nuovo dommatismo; nuovo spinozismo; nuovo parallelismo. Infatti la differenza che si fa comunemente tra Schelling ed Hegel è: in Schelling spirito e natura sono coordinati semplicemente, in Hegel la natura è subordinata allo spirito.
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