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      Per Schelling la identità, in quanto presupposta, in quanto intuita intellettualmente, cioè la Natura, è il Primo. "La Intelligenza" (la Ragione, la mentalità, la identità), dice Schelling68 "è produttiva in duplice modo69: o ciecamente e senza coscienza, o liberamente e con coscienza; senza coscienza è produttiva nella intuizione universale; con coscienza, è produttiva nella creazione del mondo ideale". L'intuizione universale è qui la Natura; il mondo ideale è lo Spirito (ordo rerum, ordo idearum). Ora per Schelling l'intuizione è il Primo: è il fondamento universale. Quindi prima, la incoscienza; poi, la coscienza; quella produce questa, la natura lo spirito; la natura si contrappone a se stessa come spirito. - Questa contrapposizione è il nuovo parallelismo.
      Ora la Natura - la intuizione - non è il Primo; è Primo solo come un presupposto; e quindi un falso Primo.
      Schelling dunque, presupponendo e non spiegando la identità, cioè ponendo come Primo la Natura, non spiega il conoscere, ma lo presuppone e quindi non spiega la realtà.
      Schelling riduce tutto e ogni cosa a questa identità presupposta, a questo Primo; comprendere le cose è comprendere questa identità nelle cose. Come si comprende questa identità? Non col discorso, colla logica ordinaria, ma con un organo adequato alla identità stessa. Questa identità, che è intelligenza, appunto perchè immediata, è intelligenza-intuizione, intelligenza intuitiva (Natura). Adunque, non può essere appresa che colla intuizione intellettuale.


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La filosofia italiana nelle sue relazioni con la filosofia europea
di Bertrando Spaventa
Editore Laterza Bari
1908 pagine 286

   





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