Questa è l'unico vero organo della filosofia: questa è la logica di Schelling. È una logica, che è un solo atto, un atto immediato: una, come è stato benissimo detto, esplosione di pistola. È una logica, che non è logica. Questa esplosione è la spiegazione del conoscere: è spiegare e comprendere la realtà. - Non è una spiegazione.
Così, posto Schelling, come fare? Come andare avanti? Come spiegare il conoscere?
Ritornare semplicemente a Fichte, non si può: l'Io, di Fichte non spiega il conoscere. A Kant, molto meno; e anche molto meno a Cartesio, ad Aristotele, a Platone.
Dunque, come fare?
Bisogna conservare tutto il progresso sino a Schelling, e vedere quel che manca.
Fichte pone la mentalità; senza la mentalità non è possibile punto il conoscere.
Schelling dice: senza identità reale, identità come mentalità, non ci è il conoscere.
Fichte e Schelling hanno ragione. Ma Schelling presuppone la identità, la identità come mentalità. Questo è il suo difetto.
Bisogna dunque provare la identità. Solo provando la identità, si spiega il conoscere; si risolve il problema della logica.
Questa prova è Hegel.
E) HEGEL.
1. La Identità di Schelling è intelligenza, ragione, mentalità: è l'Io (l'autocoscienza) di Fichte, non come Io soggettivo, ma come identità di natura e spirito, come mentalità assoluta.
Come mentalità, essa non è un semplice immediato, ma mediazione o relazione assoluta verso se stessa (tesi, antitesi, sintesi). Perciò essa non può essere appresa immediatamente, intuitivamente; non può essere intuita, ma solo pensata.
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