Certamente nella logica stessa il pensare si mostra e prova come identità (identità di pensare ed essere), in quanto si prova appunto come tutto il sistema del Logo. Ma si può sempre dire: questa identità di pensare ed essere, cioè la identità, è solo identità del pensare col pensare: pensare = pensare: pensare come essere, e pensare come pensare; ma è pur sempre pensare, niente altro. E l'essere, il reale? Dov'è, dunque, la identità?
Ebbene, questa identità è il pensare, non altro che pensare. Ma questo bisogna provare: cioè, che il pensare non è semplicemente una funzione soggettiva, ma legge oggettiva, realtà, essere; che pensando io non sono fuori della realtà delle cose, ma sono la realtà stessa delle cose, appunto perchè la realtà, l'entità, la verità delle cose è il pensare: che, insomma, il pensare non è solo il mio pensare, ma la cosa stessa, la vera cosa.
Ora questo non fa Schelling. Questo non ha fatto Spinoza, nè altri prima.
Quindi in Schelling un altro dommatismo: un'altra esplosione, quella di cui parla propriamente Hegel nella prefazione alla Fenomenologia.
Schelling non prova che l'Identità è il Pensare. Questo fa Hegel nella Fenomenologia..
Quindi la differenza tra logica e fenomenologia è questa: la logica prova la intelligenza come intelligenza: il sistema della pura intelligenza;
La fenomenologia prova che la intelligenza, non già ancora come sistema, ma come semplice astratta intelligenza, come semplice atto d'intelligenza, come prim'atto, come prospetto e orizzonte d'intelligenza, è appunto identità.
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