Il parallelismo, insomma, deve aver radice nella natura della sostanza stessa, cioè nell'esser essa causa, se davvero è causa. Se non ha radice nell'esser causa, e la Sostanza è causa, bisogna dire che l'abbia in un'altra natura; e così la sostanza avrebbe due nature.
Ecco come, a mio credere, si accordano queste due posizioni, la sostanza-causa e il parallelismo, e quindi come si deve determinare il significato del parallelismo stesso; e vedere, se l'unità e la differenza siano vera unità e vera differenza:
Il parallelismo ha radice nella sostanza, in quanto la sostanza stessa è questo parallelismo. Sostanza è unità, identità, come causa, come relazione causale. Parallelismo qui (il parallelismo spinoziano) non è opposizione assoluta, e nè meno indifferenza assoluta, perchè non esclude l'unità. Ora la relazione causale, la relazione tra principio e conseguenza, è appunto questo parallelismo. Chi dice una relazione come quella che è il parallelismo spinoziano - che non è nè opposizione assoluta, nè indifferenza assoluta -, dice necessariamente quella relazione che Hegel chiama in generale, determinazione riflessa (essenza): come p. e. principio e conseguenza, forza ed estrinsecazione, interno ed esterno; delle quali relazioni la più concreta è appunto la relazione causale: causa ed effetto. Questa relazione è l'Ergo cartesiano. L'effetto è la ripetizione, la riproduzione, la riflessione, il riverbero della causa; ma ripetizione, dirò così, in un altro livello, in un altro piano, e nondimeno in modo che corrisponde perfettamente alla causa: cioè, che quel che è in esso, sia nella causa, sebbene come causa nella causa e come effetto nell'effetto, e vale a dire diversamente, in due livelli.
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Sostanza Hegel Ergo
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