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      Tu neppure mi hai scritto da un pezzo, nè so se il raffreddore e quindi il malumore ti sia passato. Aspettavo che mi dicessi qualcosa di politica. Io non ne so altro che quel che leggo ne' giornali.
      Non avendo a dirti nulla di nuovo di qui, ti parlo di me e delle cose mie. Ti scrissi della petizione che si voleva fare contro di me. Dico meglio: non contro di me, contro la persona (questa distinzione l'ho saputa dopo), ma contro la dottrina. Una petizione contro una dottrina! Questa è strana davvero; e tanto più, che di dottrina io non ho detto niente sinora. Non so se la, cosa sia andata avanti. Sarebbe una ridicola bricconeria.
      Ti scrissi che la prima lezione, dopo la Prolusione, andò benissimo. Ora devo dirti che le altre andaron anche meglio. La sala dove fo lezione, è la più ampia dell'Università, ed è sempre piena zeppa di uditori.
      Credo di averti detto quel che sto facendo ora. È una introduzione sui generis alla filosofia. Io ho detto, ma in modo conveniente: Noi abbiamo un certo pregiudizio nella nostra coscienza nazionale (se si può dire nazionale), il quale è nato dalle stesse nostre condizioni da tanti e tanti anni in qua. Questo pregiudizio è il concetto un po' falso così della filosofia europea in generale, come del nostro stesso pensiero. La mancanza di libertà per tanto tempo ha fatto, che noi diventassimo come un segreto per noi stessi. Questo pregiudizio bisogna vincere, questa falsa coscienza bisogna far vedere che è falsa. A che è arrivato il pensiero europeo?


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La filosofia italiana nelle sue relazioni con la filosofia europea
di Bertrando Spaventa
Editore Laterza Bari
1908 pagine 286

   





Prolusione Università